Secondo
la
tradizione,
derivante da un detto inglese, ogni sposa dovrebbe indossare qualcosa di
vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di azzurro e
dovrebbe tenere una moneta da sei pence nella scarpa. L'oggetto nuovo (ad. es.
qualche capo di biancheria intima) e quello vecchio (ad. es. un bel fazzoletto
ricamato) simboleggiano il passaggio dalla fanciullezza alla nuova condizione
di sposa. Chiedere in prestito qualcosa (un accessorio) significa far
partecipare strettamente alla cerimonia una persona cara; l'oggetto blu (una
giarrettiera arricchita con un fiocchettino blu) ricorda l'uso ebraico di
ornare le spose con un nastro di questo colore, segno di purezza, amore e fedeltà.
La moneta da sei pence dovrebbe assicurare la ricchezza: in Italia, vista la
difficoltà di procurarsene una, questa voce dell'elenco è stata sostituita da
"qualcosa di regalato". Una novità è invece rappresentata dall'uso
nostrano di indossare un capo di biancheria rosso sotto il bianco dell'abito:
si tratta di una tradizione riportata dal Capodanno,
per simboleggiare un gaio augurio di gioiosa trasgressione.
La
pioggia
è considerata un segno di sfortuna presso alcuni popoli ed è invece di buon
augurio da noi ("sposa bagnata, sposa fortunata").
Dall'antica Roma
deriva l'usanza di prendere tra le braccia la sposa quando entra per la prima
volta nella casa coniugale. Si ricorreva a questo per evitare che,
nell'emozione del momento, la sposa potesse inciampare sulla soglia: un
presagio infausto perché significava che le divinità della casa non la volevano
accogliere.
La
tradizione
vuole che gli sposi non si vedano né si parlino il giorno delle nozze e quello
precedente all'incontro in chiesa: è vietatissimo fare colazione insieme e
anche le comunicazioni dell'ultima ora devono avvenire
per via indiretta, attraverso parenti o amici.
Lo
sposo
che è uscito di casa per recarsi in chiesa, per nessun motivo deve tornare sui
propri passi: ecco perché è bene che in questi frenetici momenti sia seguito
passo passo da un amico o da un testimone.
Porta sfortuna
acquistare nello stesso momento l'anello di fidanzamento e le fedi nuziali. E'
di cattivo augurio mettersi al dito la fede
prima della celebrazione del matrimonio.
Sembra
che sia fondamentale anche la scelta del giorno della settimana in
cui sposarsi: una tradizione indica che il lunedì reca buona salute, dato che
questo giorno è dedicato alla luna, astro e dea delle spose; il martedì porta
ricchezza sicura (contraddetta dal proverbio "né di venere né di marte ci
si sposa né si parte); il mercoledì è assai propizio; il giovedì reca
dispiaceri alla sposa; il venerdì pare che porti disgrazia; il sabato è il
giorno che la maggior parte delle coppie sceglie per sposarsi, per ovvie
ragioni, mentre la superstizione popolare lo indica invece come il giorno più
sfortunato
Anche
per la scelta dei mesi c'è una antica tradizione: gennaio:
per esempio, è mese che porta affetto, gentilezza a fedeltà; febbraio:
epoca degli amori e degli accoppiamenti, è il mese migliore per prendere la
fatale decisione; marzo:promette
sia gioia che pene; aprile:invece
promette soltanto gioie; maggio:
non va scelto per nessuna ragione ("la sposa maiulina nun si godi la
curtina");giugno: gli sposi avranno
la fortuna di viaggiare molto, per terra e per mare ed è anche il mese dedicato
a Giunone, la dea che protegge l'amore e le nozze; luglio:annuncia
fatiche e lavoro per guadagnarsi la vita; agosto:
assicura che la vita sarà ricca di cambiamenti; settembre:
coprirà gli sposi di ricchezze e allegria; ottobre:vuol
dire molto amore, ma il denaro stenterà ad arrivare; novembre:
porta felicità; la neve di dicembre
assicura alla coppia amore eterno.
Un
gesto bene augurante è offrire alla sposa alla
fine del rito, da parte dello sposo, una spiga di grano.
La terra e la donna sono unite da una fortissima analogia: come la terra arata
germoglia dopo aver ricevuto i chicchi di grano, così alla donna viene affidato
con il matrimonio il grande compito di perpetuare la vita.
1 commenti:
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